Bentrovati al nostro consueto appuntamento con la rubrica del lunedì magiadabruzzo.
Questa settimana vi condurremo alla scoperta della bellezza nascosta dell’Abruzzo, una terra che fa della varietà dei paesaggi il suo punto di forza.
Vi avevamo assicurato che ce n’è per tutti i gusti, in Abruzzo, e manteniamo la parola: se avete bisogno di ritrovare voi stessi e staccare la spina dalla frenesia della vita quotidiana, fate un pensierino per l’Eremo di San Bartolomeo in Legio.
Dove si trova l’Eremo di San Bartolomeo
Siamo nel borgo di Roccamorice, in provincia di Pescara, nel cuore del Parco della Majella e del Parco del Morrone.
Più precisamente, l’eremo di San Bartolomeo in Legio si trova letteralmente scavato all’interno di uno sperone roccioso a circa 700 metri sul livello del mare sulla parete rocciosa del Vallone dello Spirito, dove scorre anche il torrente Capo La Vena.
La storia dell’Eremo
Si pensa, che l’eremo di San Bartolomeo, già nel VI secolo, fosse abitato, da monaci eremiti fuggiti dalla Sicilia per sottrarsi all’invasione araba dell’isola. I monaci trovarono così un rifugio sicuro in Abruzzo proprio sulla Majella.
Nel 1250 ca., Pietro dal Morrone, questo il suo nome prima che diventasse Papa Celestino V, decise di occuparsi del restauro dell’eremo, dove decise poi di stabilirsi per ben due anni, dopo aver fatto ritorno nel 1274 da Lione per ottenere da papa Gregorio X il riconoscimento della sua Congregazione dei celestini.
Alcune curiosità dell’Eremo di San Bartolomeo
Come ogni luogo sacro ed un po’ schivo che si rispetti, anche attorno all’Eremo di San Bartolomeo in Legio aleggia una leggenda davvero particolare. Come già fatto presente, sulla parete rocciosa del Vallone dello Spirito, scorre il torrente Capo La Vena, vicino al quale a sua volta vi è la “Sorgente del Catenaccio”, detta anche la sorgente di San Bartolomeo. Il nome della sorgente evoca il serramento in ferro di una porta. Si racconta che un eremita che si trovava sul luogo, a causa del caldo torrido, ormai stanco e disidratato, preso dalla disperazione, prese il chiavistello del portone dell’eremo e lo scaraventò. Il chiavistello a contatto con la roccia rimase impresso su di essa. Ecco che improvvisamente iniziò a scorrere un filo d’acqua purissima e fresca, che scorre ancora oggi.Nel silenzio dei boschi della Maiella e del Morrone, non vi resta che spegnere il cellulare, chiudere gli occhi e respirare a pieni polmoni!
Le nostre vigne sono situate alle pendici del Morrone alla Maiella fino alle gole dei tre Monti, dove tutto inizia e dove tutto finisce, per poi ricominciare. Il terreno unico ed il vento della Maiella che culla i nostri vigneti fino alle gole dei Tre Monti, rendendo il nostro vino Montepulciano robusto, abbastanza tannico, equilibrato, persistente ed armonico.
Con una passione e un’attenzione minuziosa nel preservare l’integrità espressiva del frutto originario, ci impegniamo ogni giorno per esprimere il meglio di questo ambiente ineguagliabile e dove i nostri vigneti sanno donare vini di straordinario equilibrio e seduzione.
Cantina Terzini | Magia d’Abruzzo ❤️