Sta per concludersi, con il rilascio del bollino DOCG che indica il gradino più alto nella piramide qualitativa del vino italiano, un percorso cominciato ormai anni fa, come vi abbiamo già accennato in passato, spinto dall’associazione Casauria, fondata ufficialmente nel maggio 2019, presieduta da Marulli e che comprende oltre 100 produttori della filiera vitivinicola della sottozona Terre di Casauria.
Il prossimo mercoledì 25 gennaio 2023, alle 16, nel teatro comunale di Alanno (Pescara), si terrà proprio l’assemblea pubblica nella quale tutti i portatori di interesse dovranno presentare le proprie osservazioni.
Alla riunione saranno presenti i produttori, le organizzazioni professionali e di categoria, il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, gli organismi di controllo, gli enti territoriali,, i rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole Roberta Cafiero, Andrea Squarcia e Beatrice Bernabei, l’assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente, il presidente del Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo Alessandro Nicodemi, e in rappresentanza del Comitato Nazionale Vini del Ministero dell’Agricoltura, Anna Maria Di Ciolla quale referente territoriale della Regione Abruzzo.
La pubblica audizione è lo step successivo dopo l’approvazione della richiesta da parte della Commissione Tecnico Normativa del Ministero delle Politiche Agricole. A livello normativo italiano, superata positivamente la pubblica audizione, rimangono l’approvazione da parte del Comitato Nazionale Vini e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Siamo orgogliosi di essere tra i produttori che hanno lottato per valorizzare l’identità enologica e territoriale Casauriense spingendo per il riconoscimento e l’approvazione della terza DOCG Abruzzese Casauria.
Terre di Casauria: Il territorio e la sottozona
Oggi Casauria o Terre di Casauria è una sottozona all’interno della Doc Montepulciano d’Abruzzo, istituita dal 2006. Il territorio ha il suo cuore nell’Abbazia di San Clemente a Casauria, stupendo esempio di arte romanica, con due comuni che ne portano il nome: Tocco da Casauria e Castiglione a Casauria. Dopo 10 anni dall’istituzione della sottozona, i produttori del territorio hanno dato l’avvio al processo che nel giro ormai di poco tempo, dovrebbe portare alla nascita della nuova DOCG Abruzzese: Casauria Docg.
Le aziende casauriensi vivono di Montepulciano d’Abruzzo, ma la riflessione condivisa è che la nuova denominazione permetterebbe di focalizzare l’attenzione sullo specifico territorio che caratterizza quest’angolo d’Abruzzo: le colline pedemontane della Val Pescara.
A differenza dell’altra Docg abruzzese, il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, nel Casauria il focus è sulla denominazione territoriale e non sul vitigno, anche se il montepulciano ne è il protagonista.
Cosa rappresenta la nuova DOCG Casauria
La DOCG Casauria nasce dalla necessità dei produttori dell’area casauriense di dare un’identità ben definita al territorio, già sottozona Montepulciano DOC Casauria ad alta vocazione vitivinicola. Vino Montepulciano d’Abruzzo fiore all’occhiello della nostra cantina abruzzese.
I produttori della sottozona Terre di Casauria, in provincia di Pescara, sono finalmente coesi in maniera ferrea intorno ad una causa comune: far capire al mondo delle istituzioni che il loro è un territorio “speciale”.
Le aziende della sottozona Casauria potranno presto sfoderare il bollino di Docg. L’area comprenderà le vigne, che risponderanno ai precisi requisiti indicati nel disciplinare, che si trovano nei comuni di Alanno, Bussi sul Tirino, Bolognano, Brittoli, Castiglione a Casauria, Corvara, Cugnoli, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Pietranico, Popoli, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Tocco da Casauria, Torre de’ Passeri e Turrivalignani. Tutti nel pescarese.
Il disciplinare del Montepulciano d’Abruzzo
Il territorio di Casauria è caratterizzato da una assoluta verticalità dei produttori. Tutti producono vini dalle proprie uve in un controllo diretto del territorio e delle vinificazioni. Una economia che rappresenta diverse centinaia di aziende che danno lavoro a 4/500 famiglie in uno scenario molto dinamico, dove numerose nuove realtà stanno nascendo sul territorio.
Il nuovo disciplinare ha regole stringenti: a oggi il Montepulciano d’Abruzzo Doc ammette produzioni di 140 quintali per ettaro, mentre il disciplinare della sottozona Casauria ne ammette solo 95, ma le modifiche appena approvate dal Ministero per i disciplinari abruzzesi, portano la resa del Montepulciano d’Abruzzo a 150 quintali per ettaro. Il nuovo Disciplinare della Casauria in fase di approvazione, invece, ammetterà solo 90 ql. Due mondi produttivi difficili da raccontare sotto lo stesso nome.
Il disciplinare del Montepulciano d’Abruzzo, inoltre permette l’imbottigliamento in tutta Italia e sappiamo bene quanti produttori fuori regione sfruttano questa possibilità. Il Casauria invece potrà essere imbottigliato solo all’interno della zona di produzione.
Ultimo aspetto da sottolineare è che nel disciplinare è stata inserita la presenza di un clone di uva Montepulciano denominato “Casauria”, selezionato proprio su questo territorio e che si contraddistingue per grandi perfomance qualitative.
In conclusione tra le novità più importanti contenute nel nuovo disciplinare c’è il riconoscimento della Docg Casauria o Terre di Casauria, che quindi porterà a tre le Denominazioni di origine controllata e garantita d’Abruzzo, sommandosi a Colline teramane Montepulciano d’Abruzzo, la prima del 2003, e Tullum, che risale a luglio 2019.
Secondo gli addetti ai lavori, “il territorio casauriense non è solo molto bello da visitare, ma sforna puntualmente alcuni dei Montepulciano d’Abruzzo più interessanti, longevi, coinvolgenti dell’intero panorama regionale. Vini che uniscono eleganza a potenza, concentrazione a forza dinamica, e che hanno una capacità di evoluzione nel tempo davvero sorprendente”.
DOCG e Terre di Casauria: Conclusioni
L’auspicio, ora, è che questa nuova Docg sia da stimolo per i produttori coinvolti a migliorare ancor di più la qualità dei loro vini, e che si possa creare un indotto economico legato all’enoturismo, capace di riportare ricchezza in una terra bella e piena di risorse.