Il travaso del vino è una operazione enologica di grande importanza. La corretta stabilità chimica del vino è fondamentale per donare allo stesso i giusti sapori e la corretta longevità e conservazione. Dall’antichità questa operazione viene realizzata spostando (o travasando per l’appunto) il vino da un contenitore ad uno nuovo per separarlo dalle fecce e dal deposito che si forma sul fondo dopo la fermentazione. In questo articolo analizzeremo tutti gli aspetti del travaso, perchè viene effettuato, come e quando effettualo in base alle diverse tipologie di vino.
Perchè fare il travaso del vino?
Il travaso del vino è una pratica importante che permette di migliorare la qualità del prodotto. In particolare, il travaso consente di eliminare le fecce e le impurità che si accumulano sul fondo del recipiente. Il suo obiettivo è quindi quello di pulire il vino dalle sostanze solide che si depositano sul fondo del contenitore dopo la fermentazione. Questa operazione permette cosi di eliminare composti maleodoranti responsabili del cosiddetto “odore ridotto”. In alcuni casi viene eseguita anche dopo la chiarifica per omogenizzare le parti di vino differenti, o semplicemente per pulire i contenitori.
Il travaso è un processo unico e molto speciale, poichè fa da sparti acque all’interno della produzione di un buon vino ed è fondamentale per stabilirne la qualità finale. Viene infatti adoperato quando si cerca di ossigenare il vino, ma al col tempo con questa operazione lo si vuole proteggere da un’ossidazione eccessiva che sarebbe dannosa. Ma non solo, viene eseguita per rimuovere le fecce, ma non prima che queste abbiano fermentato il tempo giusto per completare la fermentazione malolattica. Inoltre, il travaso favorisce la maturazione del vino, consentendo ai tannini e agli altri componenti di svilupparsi in modo corretto.
Rimane un’operazione cruciale nella realizzazione di un buon vino.
Differenza tra travaso all’aria e protetto
Esistono due tipologie di travaso: il travaso all’aria e il travaso protetto che differiscono per alcuni aspetti fondamentali.
Travaso all’aria
Il primo consiste nel far passare il vino attraverso un imbuto per poi farlo cadere nella nuova vasca/contenitore. Questo tipo di travaso consente al vino di ossigenarsi, accelerando il processo di maturazione e migliorando la qualità del prodotto. Tuttavia, è importante effettuare il travaso all’aria solo se il vino è abbastanza giovane e robusto da sopportare l’ossigenazione.
Travaso protetto
Il travaso protetto, invece, consiste nel far passare il vino attraverso un tubo che arriva direttamente nel fondo della nuova vasca. In questo modo, il vino non entra in contatto con l’aria e il rischio di ossidazione è ridotto. Questo tipo di travaso è consigliato per i vini più delicati e fragili, che rischiano di perdere le loro caratteristiche organolettiche con un’eccessiva ossigenazione.
Quante volte travasare? I consigli utili
La frequenza del travaso dipende dal tipo di vino che si sta producendo. In linea generale, si consiglia di effettuare il primo travaso dopo circa due o tre settimane dalla fermentazione. In seguito, il travaso va ripetuto ogni tre o quattro mesi, fino a quando il vino non raggiunge la sua maturazione completa.
È importante effettuare il travaso con attenzione, evitando di agitare il vino e di far entrare troppo ossigeno. Inoltre, è consigliabile pulire bene le vasche e gli strumenti prima di effettuare il travaso, per evitare di contaminare il vino con eventuali residui.
Anche in questo caso l’esperienza gioca un ruolo fondamentale, poichè I travasi non devono essere troppi perché l’eccessivo contatto con l’ossigeno può essere dannoso alla qualità del vino come accennato già precedentemente. Non tutti i vini sono uguali e sono in grado di sopportare della stessa quantità di ossigeno, in generale un numero consono è di 4 travasi nel primo anno di vita del vino.
Quando effettuare il travaso del vino
Il primo travaso dovrebbe essere effettuato possibilmente con l’arrivo dei primi freddi, nei mesi di novembre e dicembre, infatti le migliori condizioni per un ottimo travaso le abbiamo con una giornata fredda, asciutta e non particolarmente ventosa. Come accennato precedentemente un vino viene travasato 4 volte dopo la svinatura. (qui abbiamo parlato di come si fa il vino)
- Il primo travaso tra novembre e dicembre;
- Il secondo tra febbraio e marzo, per approfittare dell’innalzarsi delle temperature;
- Il terzo tra giugno e luglio, con l’arrivo del caldo estivo;
- Il quarto con l’arrivo di settembre ed ottobre.
Nel caso in cui il vino venga lasciato nella sua botte più a lungo di un anno, negli anni successivi saranno sufficienti due travasi, uno in inverno ed un secondo in estate. Due travasi, saranno sufficienti allo scopo di mantenere colore e proprietà inalterate.
Come detto il travaso è un operazione cruciale. Se effettuata troppo presto c’è il rischio di perdere i metaboliti dei lieviti, se fatta in maniera tardiva si rischia di caricare eccessivamente il vino di sostanze azotate ed aumentare acidità e odori sgradevoli.
Travaso dei vini rossi
Si consiglia di effettuare il primo travaso dei vini rossi dopo circa due o tre settimane dalla fermentazione e poi ripetere l’operazione ogni tre o quattro mesi. Normalmente il primo travaso dei vini rossi viene sempre fatto all’aria, mentre l’ultimo è generalmente protetto. Normalmente potrete seguire queste linee guida per un corretto travaso dei vini rossi:
- Quando il vino presente un cattivo odore va travasato, in questi casi il travaso corretto da eseguire è quello all’aria.
- Nel caso in cui il vino non abbia un cattivo odore si può procedere ugualmente con un travaso, ma in questo caso con metodologia protetta.
Travaso dei vini bianchi e rosati
Normalmente, invece, i vini bianchi tendono ad essere travasati di meno e quasi sempre con tecnica all’aria. Nel caso dei vini bianchi (ma anche dei rosati) il primo travaso può essere eseguito anche a distanza di un mese dalla svinatura.
Travaso del vino: conclusioni e alcuni consigli
In conclusione, il travaso del vino è un’operazione fondamentale per la produzione e la conservazione del vino. Effettuare il travaso con attenzione e seguendo i consigli degli esperti permette di migliorare la qualità del prodotto e di conservarlo in modo corretto.
Ricordate di effettuare il travaso con la giusta frequenza e di utilizzare la tecnica giusta in base al tipo di vino che state producendo. In questo modo, otterrete sempre un vino di alta qualità e dalle caratteristiche organolettiche uniche.
Ottimi consigli, io vinifico x uso privato negroamaro e malvasia mischiandoli rispettando una % e dopo la fermentazione lo travaso diverse volte ottenendo un vino che non ha niente a che vedere con vini che costano tantissimo ma che x essere prodotti e conservati se ne cambinano di cotte e di crudo. L’uva, tagliata macinata deraspata e tenuta a fermentare e poi in damigiane senza nessun correzione chimica.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza nel vinificare il Negroamaro e la Malvasia per uso privato! Sembra che tu abbia un approccio molto appassionato e autentico alla produzione del vino, e apprezziamo la tua dedizione nel creare un prodotto unico e genuino. Il fatto che tu rispetti una certa percentuale tra le varietà di uva e che proceda con il travaso diverse volte durante la fermentazione mostra un grande impegno nella ricerca della qualità e dell’equilibrio nel tuo vino. È davvero interessante notare che adotti un approccio naturale senza correzioni chimiche, preferendo un processo più artigianale e tradizionale. È proprio questa passione e autenticità che rendono il mondo del vino così affascinante e variegato. Continua con il tuo lavoro, perché è attraverso la sperimentazione e la creatività che si possono ottenere risultati davvero sorprendenti. Grazie ancora per aver condiviso la tua esperienza con noi. Se hai altre domande o desideri condividere ulteriori dettagli sulla tua produzione vinicola, siamo qui per ascoltarti!
Bravissimi!!
Sono più di 40nni, che faccio il vino e vedo, con piacere, che l’ho sempre fatto in modo corretto.
Ma,egualmente, vi ringrazio per le vostre spiegazioni esaustive.
Cordialità Dr Guerra
Grazie mille per il suo feedback positivo! È davvero gratificante sapere che viene apprezzato il nostro impegno nel fornire informazioni esaustive sul mondo del vino. Siamo felici di sapere che la tua esperienza di oltre 40 anni nella produzione vinicola sia stata ricca e soddisfacente.
Per qualsiasi domanda o curiosità in futuro, non esiti a contattarci. Continueremo a lavorare con impegno per condividere la nostra passione per il vino e fornire informazioni di qualità.
Il Team di Cantina Terzini
Un anziano produttore di vino in Molise mi dice di fare il primo travaso del vino bianco a gennaio con la luna calante.
Buongiorno volevo sapere se posso mettere bisolfito dopo bollitura o prima anticipatamente ringrazio
Ho un piccolo appezzamento di vigneto, dalla coltivazione alla produzione faccio tutto con le mie mani, per quanto riguarda le fase di travaso e di conservazione adopero esattamente come da Lei illustrato,con risultati eccellenti. Comunque grazie per la sua delucidazione. Faustino Moliterno dalla Calabria
Articolo davvero ben fatto ed utile, molto chiaro.
Io sono un neofita e mi sto auto documentando sui vari siti internet. Sto trovando un po’ di confusione, nel senso che alcuni siti suggeriscono il primo travaso subito dopo il termine della fermentazione, altri dopo una settimana ed altri ancora dopo quasi un mese. Così come il vostro articolo, anche gli altri sembrano attendibili, quindi sapreste per caso dirmi come mai ci sono tutti questi punti di vista e perché secondo voi l’ideale è fare come dite nel vostro articolo?
Grazie.
Salve.. grazie per i vostri preziosi consigli!! Io quest’anno farò un vino rosso fermo con uva nebbiolo e sono alle prime esperienze!
Approfitto della vostra esperienza e gentilezza per farvi 2 domande, dato che leggo molti pareri discordanti!
1) dopo la pigiatura, in quelle 24-48 ore che attendo l’inizio della fermentazione naturale, il mosto lo lascio riposare semplicemente con un telo senza toccarlo? O devo comunque muoverlo ed ossigenarlo ugualmente?
2) durante la fermentazione lenta tra un travaso e l’altro, è vero che il vino perde anidride solforosa e rischia di perdere qualità e quindi è consigliabile aggiungerne manualmente?
Grazie in anticipo
Consigli molto utili e semplici da interpretare
Buongiorno. Pochi ma, apparentemente, sensati consigli anche per chi, come me, produce vino per uso personale. Grazie.