Magia d'Abruzzo

Cosa sono i trabocchi: Alla scoperta delle magie d’Abruzzo

trabocchi

Buongiorno #TerziniWineLovers, inizia oggi la nuova rubrica settimanale #magiadAbruzzo dove racconteremo e scopriremo, insieme, le bellezze del territorio Abruzzese, oggi guarderemo più da vicino i famosi trabocchi.

L’Abruzzo è uno scrigno inesauribile di tesori d’arte, d’antiche tradizioni ricche di suggestione, d’una grande varietà di sapori. E’ la patria del vitigno Montepulciano, vino prodotto esclusivamente nella regione dell’Abruzzo che nasce e rimane isolato per secoli nella valle Peligna o conca Peligna ai piedi del massiccio montano della Maiella per poi diffondersi nel resto del territorio e nell’Italia centro-meridionale.

Per il primo appuntamento abbiamo deciso di portarvi alla scoperta dei magnifici #Trabocchi.

Cosa sono i trabocchi

Per chi ha voglia di blu e di aria salina la destinazione irrinunciabile è la Costa dei Trabocchi, circa 70 chilometri da Ortona fino a San Salvo in Abruzzo, di paesaggi vari e imprevedibili. I trabocchi, un particolare tipo di palafitte autoctone, che si trovano lungo tutta la costa e galleggiano sulle acque del Mar Adriatico.

Venivano costruiti con il legno di pino d’Aleppo, un tipo di legno che oltre ad essere molto comune in questo tratto di costa è anche un materiale molto resistente.

La piattaforma di legno si allunga verso mare con due (o più) lunghi bracci, chiamati antenne, a cui viene legata una rete a maglie strette, nota come trabocchetto. Un articolato sistema di argani permetteva di immergere la rete in acqua e poi di tirarla su con il pescato.

Considerati uno dei mezzi per la pesca più antichi del mondo sembra che l’origine dei trabocchi risalga ai tempi dei fenici.Tuttavia, uno dei primi documenti che accerta la presenza dei trabocchi in questo tratto di costa risale al XV secolo e si tratta di un’opera religiosa che racconta la vita di Fra Pietro da Morrone, colui che poi diventò Papa Celestino V.

Sembra che il nome trabocco derivi dal latino “trabs”, che significa “trave, legno” per indicare le numerose travi in legno che venivano usate nella loro costruzione.

I trabocchi permettevano di pescare senza dover uscire in mare con una barca e per alcuni pescatori erano anche una casa in cui abitare.

Descritti nell’opera “Il Trionfo della Morte” di Gabriele D’Annunzio come “macchine che parevano vivere di vita propria”, i trabocchi sono ora uno dei simboli dell’Abruzzo.

Seguici ogni lunedì per scoprire il nostro meraviglioso Abruzzo.

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