Puntuale torna, come ogni lunedì, il nostro consueto appuntamento con la rubrica “Magia d’Abruzzo”.
Oggi ci soffermiamo sul 𝗚𝗿𝗮𝗻 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗱’𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮, l’antico Mons Fiscellus, è la montagna più elevata dell’intera catena dell’Appennino e ora si candida a diventare Patrimonio Naturale dell’Umanità dell’Unesco.
Sul Gran Sasso si concentrano numerosi primati tra cui la più elevata biodiversità vegetale in ambito europeo e mediterraneo; Campo Imperatore, il più esteso e spettacolare altopiano appenninico; il ghiacciaio del Calderone, posto alla latitudine più bassa d’Europa.
In questa parte dell’Appennino sono sopravvissuti i boschi più antichi d’Italia e animali simbolo come il camoscio d’Abruzzo, il lupo appenninico, l’aquila reale e il cervo.
La radicata tradizione agricola ha favorito la formazione e la conservazione di paesaggi agrari di periodo preromano, come nel caso dei campi aperti che conciliavano agricoltura e pastorizia.
Senza contare la storia della transumanza, antichissimo fenomeno di migrazione stagionale di uomini e bestiame, che ha assunto dimensioni e estensioni forse uniche nella storia dell’umanità.
Il Gran Sasso: tra abazie, transumanza e chiese medievali
Lungo le antiche vie della transumanza si trovano abbazie, chiese medievali e rinascimentali, borghi, castelli, torri, aree archeologiche: un patrimonio storico-artistico unico e inimitabile.
Un terzo del territorio dell’Abruzzo, che abbraccia i due versanti del massiccio, è stato riconosciuto area di protezione ambientale, attraverso la istituzione di tre parchi nazionali: il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco Nazionale della Maiella, il Parco Nazionale dell’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Regionale del Velino- Sirente.
Siamo nelle terre dei funghi, dei tartufi, delle castagne, della pasta, dei formaggi e della carne di pecora, ma anche dei legumi, del pregiatissimo zafferano e dei salumi. Uno dei piatti più celebri realizzati nell’area del Gran Sasso è l’Amatriciana.
Oltre al vasto patrimonio culinario, il Gran Sasso è anche un territorio con una forte vocazione vitivinicola. La parte più bassa della Valle del Tirino è il regno del Montepulciano, un vino nobile e importante, da accompagnare ai primi piatti a base di carne e alle zuppe della tradizione locale.
Al Rosso di Montepulciano si può degustare anche il Cerasuolo, ottenuto sempre dalle uve di Montepulciano, viene prodotto con una vinificazione in bianco, che lo rende rosato. È un vino piacevole, con un gusto secco ma armonico e raffinato.
Tra le province di Teramo e Pescara invece si trovano i vitigni di Passerina che vengono utilizzati per produrre vini bianchi DOC. Un altro bianco d’eccellenza della zona è il Pecorino, considerato un “rosso vestito di bianco”. Ha un sapore fruttato ed è perfetto per essere degustato con i primi piatti, con il pesce o con la carne bianca.
Infine un altro grande vino diffuso in tutto il comprensorio è il Trebbiano, un bianco classico profumato che si trova tutto l’anno ed è perfetto per accompagnare i piatti della tradizione.
Seguici ogni lunedì per scoprire il nostro meraviglioso Abruzzo.
Per la foto si ringrazia Eugenio Iannetti