Gli esperti del vino sono ormai concordi nell’accettare che nel linguaggio comune si utilizzino alcuni termini in modo errato. Tra questi, spesso si trova l’uso improprio dell’aggettivo “fruttato” al posto del più preciso “aromatico” nel mondo dell’enologia. Se anche tu ti ritrovi in questa situazione e non sei sicuro della differenza tra un vino fruttato e uno aromatico, sei nel posto giusto. In questo articolo, esamineremo dettagliatamente le caratteristiche che distinguono questi due tipi di vino.
Vino Fruttato: Un Gusto e un Profumo di Frutta
Iniziamo parlando dei vini fruttati. Considerando che il vino ha le sue radici nell’uva, un frutto, è del tutto naturale aspettarsi che la maggior parte dei vini, seppur in misura variabile, presentino una nota fruttata.
Quando ci riferiamo a un vino fruttato, intendiamo un vino, sia dolce che secco, il cui sapore e aroma richiamano quelli della frutta. Oltre all’ovvia associazione con l’aroma dell’uva, un vino fruttato può anche evocare il gusto di mela, albicocca, fragola, ciliegia, agrumi e molte altre deliziose sfumature fruttate. Tra i vini fruttati ritroviamo l’Abruzzo Pecorino dove è possibile individuare dei “sentori di frutta”, in particolare aromi che ricordano il gusto di frutti a polpa bianca. Oppure il Coral Terzini, limpido, rosa tenue (sfumatura corallo), molto intenso, complesso, fragrante con sentori di piccolo frutto rosso, fragoline di bosco, sentori di erbe aromatiche, fresco, consistente, persistente ed equilibrato.
Vino Aromatico: Aromi Primari in Evidenza
Cosa rende un vino aromatico così speciale? I vini aromatici spiccano per i loro intensi aromi definiti come primari. In altre parole, sono prodotti utilizzando vitigni noti per le loro qualità aromatiche distintive, tra cui nomi celebri come il Moscato, la Malvasia, il Montepulciano d’Abruzzo, il Brachetto e il Gewürztraminer (quest’ultimo noto anche come Traminer aromatico). Vi sono anche vitigni semi-aromatici, come il Cabernet Sauvignon, il Sauvignon Blanc, il Riesling, lo Chardonnay e il Merlot.
È importante notare che un vino aromatico può anche presentare note fruttate, il che può spiegare la confusione comune tra i termini “aromatico” e “fruttato”. Tuttavia, è essenziale sottolineare che un vino fruttato non possiede necessariamente le caratteristiche aromatiche tipiche di un vino aromatico.
Caratteristiche dei Vitigni Aromatici: Profumi Intensi e Terpeni
Il fattore distintivo che contraddistingue i vitigni aromatici, così come i vini da essi derivati, è la loro esplosione di aromi intensi. Questi aromi sono il risultato della presenza abbondante di terpeni, noti anche come isoprenoidi, nelle bucce degli acini d’uva. Tra gli esempi di terpeni troviamo il mentolo, il citronellolo, il linalolo e il nerolo, ognuno dei quali contribuisce a profumi distinti.
Oltre ai terpeni, vi sono altre sostanze che influenzano gli aromi primari nei vini aromatici. Tra queste, le pirazine, che sono responsabili di aromi che possono richiamare l’asparago, il fieno o il peperone verde, e i norisoprenoidi, che conferiscono aromi più esotici o che ricordano la violetta.
In sintesi, un vino è considerato aromatico quando proviene da vitigni aromatici noti per i loro aromi primari distinti.
Quando, invece, un vino è definito aromatico non a causa del vitigno di produzione, ma grazie all’aggiunta di aromi naturali durante la vinificazione, allora viene definito come un vino aromatizzato.
Differenze tra vino fruttato e vino aromatico alcuni esempi vini fruttati
- Chardonnay: questo vino bianco è noto per i suoi aromi di mela verde, pera e ananas, rendendolo un classico esempio di vino fruttato.
- Pinot Noir: questo vino rosso è spesso descritto con note di fragola, ciliegia e ribes nero, conferendogli un profilo fruttato.
- Zinfandel: questo vino rosso è noto per i suoi aromi di frutti di bosco, prugne e spezie, creando un profilo fruttato e speziato.
- Merlot: questo vino rosso è spesso descritto con note di ciliegia, prugna e lamponi, creando un profilo fruttato e morbido.
Ricorda che il livello di fruttuosità di un vino può variare in base all’annata, alla regione e al produttore, ma questi sono alcuni esempi comuni di vini con profili aromatici e fruttati.
Esempi di vini aromatici
- Moscato: il Moscato è uno dei vini bianchi aromatici più riconoscibili al mondo, noto per i suoi profumi intensi di uva, fiori e frutta tropicale.
- Riesling: il Riesling è famoso per le sue note di pesca, mela, limone e petrolio, offrendo un profilo aromatico che può variare da secco a dolce.
- Torrontés: un vino bianco argentino, il Torrontés offre aromi floreali come fiori d’arancio e gelsomino, con una nota di agrumi e pesca.
- Malvasia: la Malvasia è nota per le sue note di frutta matura, come albicocca e uva passa, oltre a un tocco di miele e fiori.
- Chenin Blanc: questo vino bianco presenta aromi di mela verde, pera e miele, spesso con un tocco di acidità vivace.
- Müller-Thurgau: questo vino bianco aromatico offre aromi di fiori primaverili, pesca e mela verde, creando un profilo leggermente dolce.
Differenze tra vino fruttato e vino aromatico: conclusioni
In definitiva, comprendere la distinzione tra vino fruttato e aromatico arricchisce notevolmente l’esperienza del degustatore. Ogni stile offre un viaggio unico nel mondo dei sapori e degli aromi, permettendo ai consumatori di esplorare una vasta gamma di emozioni sensoriali. Che tu preferisca la freschezza vivace di un vino fruttato o l’intensità avvolgente di un vino aromatico, una cosa è certa: ogni sorso è un invito a scoprire e apprezzare la magia del vino in tutte le sue sfumature.