Il termine “tannico” è spesso menzionato durante la degustazione del vino, ma talvolta può essere frainteso o persino confuso con un’amarezza sgradevole. Per chiarire questa caratteristica spesso fraintesa, abbiamo consultato Elia Di Marino, sommelier certificato AIS, per una spiegazione chiara.
“Iniziamo col dire che la tannicità è un elemento positivo, in quanto migliora le qualità sensoriali del vino e gioca un ruolo importante nel suo sapore complessivo. Inoltre, i tannini influiscono sull’evoluzione del colore del vino nel corso del tempo, portandolo da un porpora vibrante nei vini giovani a un rosso rubino, granato e talvolta sfumature aranciate con l’invecchiamento, conferendo al vino struttura e corpo”, ha spiegato l’esperta.
Alla Scoperta dei Tannini: Origine e Ruolo nel Vino
Per comprendere appieno il significato di “tannino” e il suo impatto sul vino, dobbiamo fare un passo indietro alle origini. I tannini sono composti polifenolici presenti nelle piante, soprattutto in quelle legnose. Nell’uva a bacca nera, il tannino è un elemento cruciale e si trova nella buccia, nei semi e nel raspo, la parte più legnosa del grappolo. Tuttavia, è importante notare che i semi e il raspo, a causa del loro sapore amaro e della forte astringenza, non sono particolarmente graditi.
Esclusivamente un Affare da Vini Rossi?
Il termine “tannino” è spesso associato ai vini rossi, ma è importante notare che anche le uve a bacca bianca contengono tannini, sebbene in quantità molto limitate. La sommelier ci ha spiegato che la tannicità è una caratteristica tipica dei vini rossi ed è più evidente nelle uve a bacca nera. La sensazione tannica può essere paragonata a quella percezione tattile astringente che sperimentiamo, ad esempio, quando mangiamo un caco non maturo. È una sensazione viscosa, ruvida e aderente, simile a quella provocata dai tannini nei vini giovani.
Il Ruolo del Tempo: Domare l’Irruenza del Tannino
I tannini sono noti per la loro natura vigorosa, che solo il passare del tempo può ammorbidire. La maturazione del vino, che comprende il periodo dalla fermentazione alcolica all’imbottigliamento, può durare da pochi mesi a diversi anni in recipienti di acciaio o botti di legno di varie capacità, provenienza e tostatura. Anche la scelta del vitigno riveste un ruolo fondamentale, influenzando il carattere finale del vino. I tannini aggressivi e astringenti diventano gradualmente più delicati e vellutati con il tempo, e talvolta raggiungono l’eleganza, come ci ha spiegato Di Marino.
Questa eleganza si ottiene attraverso accortezze come la selezione di specifici vitigni, come il Nebbiolo, il Montefalco Sagrantino e i Cabernet, noti per la loro tannicità. Durante il processo di vinificazione, dopo la diraspatura e la pigiatura delle uve, avviene la macerazione, tipica dei vini rossi, ma sempre più comune anche nei bianchi, che contribuisce all’estrazione dei tannini dalla buccia, conferendo al vino corpo, complessità, struttura e pienezza gustativa.
Accordi Gastronomici Perfetti per Vini Tannici
A tavola, i vini tannici si abbinano splendidamente a piatti ricchi a base di carne e primi piatti strutturati, oltre a formaggi molto stagionati e piccanti, come il Parmigiano Reggiano, il Bitto o il Castelmagno.